sabato 21 febbraio 2009

Povia era gay...

In questa settimana sanremese come non scrivere del Festival, istituzione nazionale che vale più di qualsiasi altra festività mondiale?
In questo sabato in cui verrà proclamata la canzone vincitrice della 59^ edizione come non dire la mia? Tutti devono dire la propria su San Remo, è un "dovere" ; ) pari a quello delle elezioni primarie, quindi...

A me piace Povia, e vaffanc*** a tutte le questioni fatte sulla sua canzone!! Perché è vero che nessuno in fondo sa come è fatto un altro... Perché è vero che nessuno ha sempre ragione... Perché forse forse è pure vero che serenità è meglio di felicità... Ma ci offendono poi così tanto queste piccole verità, che a detta di qualcuno fanno sembrare Povia polemico? A me sembra che lui abbia cantato solo una canzone e le critiche siano state fatte da tutti gli altri!!

Io sinceramente nella sua canzone non vedo nessuna dichiarazione contro i gay, leggo solo la storia di un ragazzo che ha sfogato il suo malessere interiore, sviluppatosi dalle nevrosi dei genitori, in una fase della sua vita in cui ha fatto l'omosessuale, ma poi si è accorto di essere etero... Vi sembra troppo una cazzata? A me no. Insomma quanti comportamenti autolesionisti riesce ad assumere l'uomo quando sta male? Un'infinità... è ovvio che questa canzone racconti di una storia a sfondo psicologico.

E con questo non intendo che l'essere gay sia un comportamento lesionista, voglio solo dire che per una persona etero, decidere consciamente/inconsciamente di essere omosessuale è autolesionista, come quegli omosessuali che si sposano e mettono su famiglia per nascondere la loro identità sessuale, come una prostituta che fa il suo mestiere solo per il bisogno di soldi, ma in realtà come qualsiasi cosa che vada contro la nostra indole interiore, anche nella più quotidiana delle situazioni.

A me fa male l'anima se mi devo svegliare prima che il mio corpo si senta fresco e riposato, mi fa male l'anima se qualcuno mi obbliga a fare qualcosa e se qualcuno mi da delle scadenze, e poi con il tempo mi accorgo pure di quelle mille volte in cui mi sono fatta male da sola, tutte quelle volte che mi sono imposta qualcosa per compiacere o controbattere qualcun altro con il semplice risultato di fare male a me stessa...

Quindi viva Povia che ha solo cantato la sua canzone e che alla facciaccia di tutti è pure così orecchiabile che tutti, volendo o non volendo, la cantano!! ; )

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, sono finito sul tuo blog a caso e non ho idea di chi tu sia... :-)
Volevo solo commentare una cosa.

E' vero, Povia ha solo raccontato una storia (una in particolare senza voler generalizzare), ma è anche vero che quando si parla di una minoranza, tra l'altro spesso discriminata, forse bisogna avere un minimo di sensibilità in più.
Nel senso: è proprio necessario raccontare una storia infarcita di stereotipi sull'omosessualità? Il padre assente, la madre troppo presente, andavo con gli uomini per cercare mio padre e per non tradire mia madre, citare Freud a casaccio ecc...
In che modo ci arricchisce una canzone del genere? E' vero, è solo una storia, ma quanta banalità, quanto poco stimola il pensiero.
Francamente da' ben pochi spunti di riflessione, e se non vuoi scrivere una canzone che faccia riflettere (liberissimo! Mica si è obbligati!) parla di qualcos'altro, non di una tematica complessa in maniera così banale.
Poi è vero, dal punto di vista melodico è una bella canzone, molto orecchiabile, niente da obiettare!
Ma anche il cartello... è vero, molto spesso le persone scelgono la serenità piuttosto che la felicità, anche io l'ho fatto a volte, ma non è c'erto un vanto... lo trovo un atteggiamento un po' di rinuncia. Quando si è stanchi di combattere per una cosa bella che costa fatica, si sceglie una cosa che ci rende meno felici ma che ci da' meno preoccupazioni... bene... bel valore...
Succede, ma non c'è tanto da sbandierarlo come se fosse una cosa della quale andare orgogliosi...
Tutto qua!

Saluti!

Carlo

Ro' Bresciani ha detto...

Ciao Carlo, colgo l'occasione per risponderti, non voglio far polemica, ma mi sembra carino approfondire il discorso, è solo per far capire meglio il mio punto di vista, che non capisco se essere lontano dal tuo o no, ma non è poi di così fondamentale importanza, poichè sono per la vera libertà di pensiero.
Parli di stereotipi legati all'omosessualità, che secondo me non c'entrano niente con essa, almeno che tu non definisca l'omosessualità come una malattia (dico così per il fatto che anche questo è stato tirato in ballo tra le varie polemiche): sarebbe come dire che io sono etero perchè vivo nella classica famiglia Cuore, dove tutto va sempre perfettamente a meraviglia!! Mah...
Io credo che in questa canzone non si parli effettivamente di omossessualità, ma di psicologia: L'essere gay di Luca lo vedo come un modo per ribellarsi alle proprie frustazioni famigliari!!
L'omosessualità in sè non è una tematica complessa come dici tu, è la società in cui viviamo che l'ha fatta diventare così: non dovrebbe essere molto difficile capire se ti piacciono quelli del tuo stesso sesso o no, sennò anche l'eterosessulità dovrebbe essere definità tale... no?!?!
Per quanto riguarda la felicità, chi l'ha detto che la serenità è un attegiamento di rinuncia alla felicità? Io sinceramente non considero "far fatica" il cammino che faccio verso qualcosa che desidero, e se inizio a far fatica vuol dire che qualcosa in me è cambiato, quindi cerco di cambiare di conseguenza secondo le mie nuove priorità... Non credo si possa godere neanche di un secondo di felicità se non hai serenità, è un presupposto necessario alla felicità, che evidentemente troppo spesso non teniamo in considerazione!!